Non necessariamente una dieta adeguata alle raccomandazioni nutrizionali è una dieta costosa. Eppure, il più delle volte prevale questa convinzione.
Un po’ perché, effettivamente, i dati di letteratura associano la maggiore prevalenza di obesità, sedentarietà e in generale di alimentazione scorretta alle fasce di popolazione più disagiate; e quindi la qualità della dieta e dello stile di vita sembrano essere fortemente correlati con le variabili socioeconomiche. Un po’ perché, nel tempo, il significato di dieta corretta ha preso le sembianze di un qualcosa di elitario, fatto di prodotti ricercati e di abbinamenti e ricette elaborate.
Tutto questo, però, non ha nulla a che vedere con il seguire una dieta corretta.
Un buon prodotto, magari biologico, a Km 0, lavorato accuratamente e quindi con un costo elevato non è sempre sinonimo di buona alimentazione. Si può benissimo avere la possibilità di accesso a determinate fasce di prodotto e mangiare in modo scorretto. Questo perché un’alimentazione equilibrata è fatta sì da buoni prodotti, ma soprattutto dalla capacità di saperli utilizzare in modo consapevole. Una delle prime indicazioni da tenere bene a mente è la varietà: variare significa introdurre tanti nutrienti diversi, ma anche consumare nelle giuste quantità e frequenze i vari alimenti. Questo è già un modo per evitare di eccedere nei consumi e se da un lato protegge la salute, dall’altro permette di non spendere di più di quanto sia necessario.
La base della piramide alimentare è fatta di prodotti vegetali, come frutta e verdura, cereali e legumi. Ed è proprio così che dovremmo pensare la nostra alimentazione, fatta principalmente da questi alimenti, che poi sono quelli che hanno un costo inferiore. La frutta e la verdura, spesso indicate come prodotti costosi, hanno un costo bassissimo se scelte accuratamente, quando sono di stagione.
Inserire spesso i legumi nell’alimentazione settimanale (che poi dovrebbero essere la principale fonte proteica della nostra dieta), in sostituzione di qualche porzione di carne è un comportamento a basso costo economico e a valore salutare aggiunto. Così come variare le altre fonti proteiche: formaggi, pesce e uova.
Il pesce ha sicuramente ha un prezzo più alto di altri prodotti, però anche in questo caso si possono fare delle valide scelte e inserirlo quelle due volte a settimana: ad esempio, i piccoli pesci del mediterraneo possono essere acquistati nelle pescherie a prezzi abbastanza contenuti; oppure si può acquistare pesce surgelato, che costa meno ma è comunque ottimo dal punto di vista nutrizionale, così come pesce di allevamento. Sono proprio le fonti proteiche ad avere un costo maggiore, ma se guardiamo bene la piramide alimentare sono anche quelle che hanno una frequenza inferiore, che deve essere vista in un’ottica settimanale (apice della piramide) e non giornaliera (base della piramide).
Insomma, il costo della dieta lo facciamo un po’ noi e più avviciniamo le nostre abitudini alle indicazioni delle linee guida, più possono essere i benefici da ricavarne… sia in termini di salute che di risparmio!
Bibliografia ed approfondimenti:
Consiglio per la ricerca in l’agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA). Linee Guida per una sana alimentazione italiana